Il gusto (anomalo) dell’acqua

12 Giugno 2017

Incolore, inodore e insapore, queste sono le principali caratteristiche dell’acqua, che abbiamo imparato a scuola e sono universalmente condivise. Tuttavia queste proprietà sono riferite all’acqua pura, ovvero all’H2O, che in natura però praticamente non esiste. Le acque dei laghi, dei torrenti, quelle erogate dagli acquedotti e le minerali in bottiglia contengono sempre un mix di sostanze che derivano dal discioglimento delle rocce che hanno attraversato, ma anche da eventuali trattamenti a cui vengono sottoposte, oppure da possibili inquinamenti, naturali o di origine antropica. L’acqua che beviamo, quindi, ha sempre un gusto, più o meno marcato, e più o meno caratteristico a seconda degli elementi che in essa sono presenti.

Sorprende sicuramente sapere che bastano milionesimi di grammo (addirittura miliardesimi, per alcune sostanze) per dare odore e sapore all’acqua, tracce infinitesimali che possono disturbare in maniera significativa la percezione del nostro palato.

Di seguito presentiamo un elenco di frequenti alterazioni nel gusto dell’acqua di rete con relative soluzioni, che aggiorneremo di settimana in settimana.

Gusto di medicinale?

La prima casistica riguarda il gusto di cloro, senza dubbio quello più frequente, essendo le acque di acquedotto normalmente disinfettate con questo agente chimico, che deve rimanere in piccole tracce sino al rubinetto del consumatore per garantire la potabilità microbiologica.
Ma il cloro ha anche la caratteristica di interagire con la materia organica normalmente presente nell’acqua per dare origine a sottoprodotti indesiderabili, alcuni dei quali in grado di impartire particolari retrogusti all’acqua anche quando presenti in tracce infinitesimali. È il caso dei clorofenoli, identificabili per la caratteristica percezione di medicinale
La rimozione di queste sostanze, per migliorare le caratteristiche organolettiche può essere affidata tranquillamente ad un sistema di filtrazione a Carbone Attivo di buona qualità. Il letto filtrante deve essere compatto ed omogeneo e nello stesso tempo prevedere un sistema antibatterico o batteriostatico.

Gusto di geranio?

Fra i sottoprodotti dell’acqua di rete che causano alterazioni di gusto reagendo con il cloro troviamo anche le Cloroammine, responsabili di conferire all’acqua un retrogusto che ricorda quello di un geranio.
Come nella precedente casistica, anche questo problema è comodamente risolvibile con un sistema di filtrazione a Carbone Attivo.

Gusto di terra o muffa?

Molto frequente è anche la percezione di un sapore non distante dall’odore di terra o di muffa.
In questo caso il coloro non c’entra, la responsabilità infatti imputabile ad una sostanza che risponde al nome di geosmina, originata dall’attività di cianobatteri, ovvero dalla presenza di alghe.
La geosmina si trova più facilmente nelle acque di origine superficiale, che possono appunto assumere il caratteristico sapore di terra e di muffa.
Anche in questo caso i carboni attivi si rivelano utili allo scopo di rimuovere questa fastidiosa anomalia

Gusto di uova marce?

L’odore di uova marce, caratteristico di molte acque termali, si presenta nelle acque sorgive e di falda in cui sono presenti tracce di idrogeno solforato.
Carbone attivo e cartucce con zeolite di manganese permettono di ovviare al problema in maniera efficace

Gusto di grasso o trementina?

Se percepisci un fastidioso retrogusto di grasso o trementina il responsabile è il metil-terziar-butil etere (MTBE), antidetonante aggiunto nelle benzine.
La sua presenza nell’ambiente è diffusa e persistente, si può trovare sia nelle acque superficiali sia in quelle sotterranee, generando appunto questa particolare alterazione nel sapore dell’acqua di rete.
Un filtro a carbone attivo granulare GAC associato ad un impianto ad osmosi inversa può porvi rimedio, restituendo all’acqua un sapore accettabile.

Retrogusto dolciastro?

Quando l’acqua è particolarmente dolce, amara o salata la colpa è di sali minerali disciolti, presenti ovviamente in quantità consistenti.
Più nello specifico: il sapore dolciastro è una conseguenza del calcio, attenuabile grazie a resine cationiche o tramite la più performante osmosi inversa.

Retrogusto amaro?

Se l’acqua di rete presenta un fastidioso retrogusto amarognolo, la responsabilità è da imputarsi ai sali disciolti in acqua come nella casistica precedente.
Il metodo per porvi rimedio non varia, diverso è invece l’elemento scatenante, che in questo caso è il magnesio.

Acqua salata?

Amaro, dolciastro e ovviamente salato.
Sono queste le alterazioni di gusto che i sali disciolti in acqua possono conferire alla nostra acqua di rete.
In questi casi il rimedio più classico ed efficace è l’osmosi inversa.

IMPORTANTE: qualsiasi sostanza indesiderabile presente nell’acqua in grado di impartire gusti anomali può essere rimossa! Bere acqua buona è possibile, basta scegliere la tecnologia più appropriata!

Gusto Elemento Soglia di percezione Causa della presenza in acqua Soluzione
Cloro, medicinale Clorofenoli ppb (µg/L) Interazione del cloro usato come disinfettante con i fenoli presenti nell’acqua Carbone attivo
Geranio Cloroammine 20 ppb (µg/L) Interazione del cloro usato come disinfettante con la materia organica nell’acqua Carbone attivo
Terra, muffa Geosmina 2 ppt (ng/L) Presenza di cianobatteri (alghe blu-verdi) e actinobacteria, problematica sensibile nei casi di approvvigionamento da acque superficiali Carbone attivo
Uova Marce Acido Solfidrico H2S 0,025-0,25 (µg/L) Decomposizione di proteine azotate-processi putrefazione, caratteristica di alcune acque sotterranee Carbone attivo, zeolite di manganese
Grasso/Trementina MTBE ppb (µg/L) Additivo della benzina come antidetonante, è persistente nell’ambiente, nelle acque superficiali e sotterranee GAC, osmosi inversa
Dolciastro Calcio mg/L Ione disciolto nell’acqua Resine cationiche, osmosi inversa
Amaro Magnesio mg/L Ione disciolto nell’acqua Resine cationiche, osmosi inversa
Salato Cloruri mg/L Ione disciolto nell’acqua Osmosi inversa


mg/L = milligrammo/litro = parte per milione (ppm);
g/L = microgrammo/litro = parte per miliardo (ppb);
ng/L = nanogrammo/litro = parte per 1000 miliardi (ppt)