Tallio e acqua destinata al consumo umano

2 Febbraio 2017

TALLIO: aspetti tossicologici e presenza nelle acque

 

La tossicità

Il tallio è dannoso per l’organismo umano perchè lo scambia con il potassio e quindi può interferire con i meccanismi di trasmissione dei segnali elettrici che sono mediati da questo elemento a livello del sistema nervoso; ciò può dare luogo a scompensi neurologici come mialgie e distesie, stanchezza, emicranie, depressione, mancanza di appetito, dolori alle gambe, perdita dei capelli e disturbi alla vista.

Il tallio è altamente tossico per gli organismi viventi, per l’uomo risulta essere più pericoloso di altri metalli come mercurio, cadmio, piombo, rame e zinco.

Il corpo umano assorbe il tallio molto efficacemente, soprattutto attraverso la pelle, gli organi respiratori ed il tratto digestivo; per queste sue caratteristiche e l’elevata tossicità fu spesso usato in passato per compiere omicidi, fino a quando non ne vennero compresi gli effetti e non venne individuato l’antidoto (il ferrocianuro di potassio più noto come Blu di Prussia).

 

Le fonti di assorbimento

Il tallio esposto all’aria, la sua superficie lucente si ossida assumendo una tinta grigio bluastra simile a quella del piombo. Col prolungarsi dell’esposizione, si forma sulla superficie del metallo uno strato di ossido. In presenza di acqua si forma invece uno strato di idruro di tallio. Il suo stato di ossidazione più stabile è il tallio(I), ma sono noti numerosi composti e composti di tallio(III).

Il tallio è piuttosto abbondante nella crosta terrestre, con una concentrazione stimata a circa 0,7 ppm, è quasi sempre associato a sali di potassio in argille, fanghi e graniti.

A causa della sua pericolosità è vietato l’impiego del tallio per usi commerciali, nonostante ciò in alcuni paesi si riscontrano ancora intossicazioni da questo metallo.

Il tallio è stato impiegato soprattutto come componente per creare insetticidi e fuochi di artificio e nei vecchi televisori a tubo catodico, ed è stato molto usato nell’industria elettronica dei semiconduttori, negli interruttori, in alcuni tipi di vetro oltre che negli esami cardiologici per verificare il funzionamento del muscolo cardiaco.  Attualmente è impiegato nell’industria dei superconduttori e in varie applicazioni quali le macchine per risonanza magnetica nucleare.

Visto l’ampio utilizzo industriale che ne è stato fatto, soprattutto negli anni passati, è possibile e probabile riscontrare inquinamenti da tallio diffusi a livello ambientale, seppur generalmente con concentrazioni modeste.

 

Alimenti

Essendo nocivo per l’organismo non deve essere ingurgitato; si sono registrati casi epidemiologici riguardanti cibi come i cereali a causa del solfato di tallio Tl2SO4 che è stato largamente impiegato in agricoltura, in passato, come componente di antiparassitari e rodenticidi. Tale applicazione è stata oggi fortemente ridotta se non eliminata a causa dell’elevata tossicità di questo composto non solo per le piante ma anche per l’uomo.

 

Il TALLIO nelle acque: presenza e tecniche di rimozione

Il tallio è parzialmente solubile in acqua e di conseguenza può essere disperso con l’acqua freatica se i terreni contengono i grandi quantità di tale componente. Il tallio può anche disperdersi attraverso assorbimento su fango ed è abbastanza mobile nei terreni.

Ben note sono le problematiche relative alla presenza di tallio nelle acque che, da qualche tempo a questa parte, hanno coinvolto Pietrasanta (LU) e altri comuni limitrofi (Camaiore), ed in particolare la zona di Valdicastello che in passato era stato sede di una miniera. Dai rubinetti dell’acquedotto viene erogata acqua con concentrazioni di tallio superiori a 2 µg/L, sufficienti a far scattare l’allarme. La comunicazione dell’Università di Pisa – Dipartimento di scienze della terra, segnalava la presenza di livelli di tallio variabili da 1,7 a 10,1 µg/L.

La situazione non è semplice perché il D.Lgs 31/2001 non contempla il tallio tra i vari parametri da monitorare per la potabilità dell’acqua, e nemmeno la direttiva europea 98/83 lo prevede, pertanto questo elemento non viene controllato routinariamente; tuttavia lo stesso decreto, nell’Articolo 8 (Controlli esterni) comma 3, precisa che:

 

L’azienda unità sanitaria locale, assicura una ricerca supplementare, caso per caso, delle sostanze e dei microrganismi per i quali non sono stati fissati valori di parametro a norma dell’allegato I, qualora vi sia motivo di sospettarne la presenza in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana. La ricerca dei parametri supplementari è effettuata con metodiche predisposte dall’Istituto superiore di sanità.

 

Cioè se viene data evidenza della presenza di una possibile sostanza pericolosa, la legge prevede che vengano fatti regolari controlli per accertarne la pericolosità, il tallio è quindi oggetto di controlli e monitoraggi continui. Non essendo previsto dalla legislazione nazionale e nemmeno da quella europea un limite per la concentrazione del tallio si è preso come riferimento il valore stabilito dall’EPA, pari a 2 µg/L.

Allo scopo di tutelare la salute pubblica il Dipartimento di prevenzione della Asl 12 ha immediatamente proposto l’emissione di un’ordinanza di non potabilità riguardante un’area relativamente ampia e l’arrivo delle autobotti.

Questo approccio delle autorità è corretto nei confronti della cittadinanza, che hanno il diritto di conoscere la qualità dell’acqua che viene distribuita, se ci sono delle alterazioni nella sua qualità e se vengono attuati provvedimenti di deroga. La legge (D.Lgs 31/2001 – Art.5 comma 3) prevede che:

 

Qualora sussista il rischio che le acque di cui al comma 1, lettera a), pur essendo nel punto di consegna rispondenti ai valori di parametro fissati nell’allegato I, non siano conformi a tali valori al rubinetto, le aziende unità sanitarie locali, anche in collaborazione con l’autorità d’ambito e con il gestore, dispongono che:

a) siano prese misure appropriate per eliminare il rischio che le acque non rispettino i valori di parametro dopo la fornitura;

b) i consumatori interessati siano debitamente informati e consigliati sugli eventuali provvedimenti e sui comportamenti da adottare.

 

Questo approccio di trasparenza nella comunicazione è molto diverso da quello adottato nel recente passato nel viterbese, per il problema dell’arsenico.

 

Tecniche di rimozione

Non esiste una pratica consolidata per la rimozione del tallio dalle acque, tuttavia sono riconosciute diverse tecniche, in particolare l’EPA ne segnala due, applicabili soprattutto in ambito industriale ed acquedottistico: adsorbimento su allumina attivata e scambio ionico.

Altre tecnologie che sempre in tale ambito hanno mostrato diversi livelli di efficacia sono:

 

A livello domestico la tecnologia che può offrire risultati interessanti, in spazi ridotti, è l’osmosi inversa.

 

Limiti di concentrazione

La seguente tabella riporta i limiti di concentrazione previsti da alcuni importanti riferimenti normativi nazionali ed internazionali:

 

OMS limite non previsto
EPA limite 0,002 mg/L (ideale 0,0005 mg/L)
Direttiva 98/83 limite non previsto
D.Lgs 31/2001 limite non previsto
D.M. 10 febbraio 2015 limite non previsto

 


[1] Dolore localizzato in uno o più muscoli, che appaiono contratti e dolenti

[2] Disturbo della sensibilità per alcuni stimoli nervosi che, pertanto, si manifestano con percezioni diverse dal normale

[3] A.L.Jonn Peter, T.Viraraghavan – Thallium: a review of public health and environmental concerns;  Environment International 31 (2005) 493-501

[4]Anche la scrittrice inglese Agatha Christie ne fece l’arma del delitto in uno dei suoi romanzi “Un cavallo per la strega”, traendo l’idea dall’esperienza di farmacista.

 

<5]Inquinamento ambientale e principali contaminanti della catena alimentare – Ministero della salute, 2011

[6]Basic information about Thallium in drinking water;  EPA, February 05, 2014

[7] L.G.Twidwell, C.Williams-Beam – Potential techlogies for removing thallium from mine and process wastewater: an abbreviated annotation of the literature; ejmp&ep, 2002

[8] Organizzazione Mondiale della Sanità Ed. 2008

[9] Agenzia per la Protezione Ambientale Americana Ed.2009

[10] Direttiva Europea riguardante la qualità delle acque destinate al consumo umano

[11] Decreto Legislativo nazionale, recepimento della Direttiva Europea 98/83

[12] Decreto Ministeriale riguardante la qualità delle acque minerali naturali