Acqua destinata al consumo umano, acqua potabile, alimento
A livello normativo il riferimento è Il Decreto Legislativo 31/2001. A breve andrà in pensione, la Direttiva Europea 2184 del 2020 impone la revisione delle norme a livello nazionale ed è atteso quindi un nuovo decreto legislativo.
Il decreto attualmente in vigore è molto ampio, abbraccia più o meno tutti gli aspetti della filiera che concorrono al servizio della rete idrica, dalla captazione sino al rubinetto di casa, si parla di acqua potabile e dei requisiti per dichiarala tale.
L’acqua potabile ha diversi usi inerenti alla persona umana. Non necessariamente collegati alla nutrizione, diretta o indiretta come ad esempio attraverso la preparazione di cibi
Acqua potabile come alimento
Parlando di acqua destinata al consumo umano il primo pensiero che corre è quello legato alla nutrizione, l’ingestione diretta o il consumo di cibi preparati con l’acqua. Ad esempio anche l’acqua utilizzata per cuocere la pasta è sempre acqua che consumiamo e ingeriamo direttamente attraverso la pasta stessa.
L’acqua erogata dagli impianti alla spina è a tutti gli effetti un Alimento e risponde appieno a tutta la normativa sulla preparazione e somministrazione degli alimenti. Anche in strutture dove non è presente la figura dell’OSA, l’acqua destinata al consumo per ingestione è a tutti gli effetti un alimento.
L’acqua in questi casi è potabile e alimento e deve rispondere a tutti i requisiti normativi di legge. Sono normative complementari e spesso sovrapponibili.
Acqua potabile destinata al consumo umano per contatto
Ci sono altri casi in cui l’acqua è destinata al consumo umano senza dover essere ingerita in maniera diretta o indiretta. L’esempio più semplice da ricordare è l’acqua che utilizziamo per lavarci, in questo caso si parla di contatto oppure sempre lavandoci sotto una doccia respirando i vapori d’acqua, in questo caso si parla di inalazione.
In entrambi i casi l’acqua deve rispondere a dei requisiti di salubrità importanti. La presenza di sostanze disciolte nocive possono creare al contatto gravi conseguenze a chi le utilizza. Un esempio classico è la presenza di Arsenico, ovvio pensare alle conseguenze per ingerimento, ma anche una lunga esposizione ad acqua ricca di Arsenico può portare a patologie serie della cute. Fare la doccia con acqua ricca di Arsenico, nel lungo periodo non è consigliato
In questo caso di solo contatto l’acqua, e non di ingestione i requisiti devo comunque rispondere ai criteri di potabilità a salvaguardia della salute del cittadino.
Acqua potabile destinata al consumo umano per inalazione
Un altro aspetto che deve far riflettere è l’acqua destinata al consumo umano che pur non essendo un alimento entra direttamente in contatto con il corpo umano: l’ inalazione. I vapori d’acqua possono essere potenzialmente in alcuni casi pericolosi. Il caso più noto è sicuramente la Leggionella batterio molto pericoloso per le vie respiratorie ma di scarsa valenza sanitaria per ingestione. Anche in questi casi l’acqua deve quindi rispondere ai criteri di potabilità. Stessa cosa si potrebbe dire dell’asbesto (Amianto) presente nell’acqua di rete con nessuna influenza per ingestione, ma potenzialmente rischioso per inalazione.. Questa breve note non è certo esauriente, ma serve da stimolo per riflettere sulle diverse angolature dell’impianto normativo a tutela del cittadino. Non è detto che aspetti a tutela dell’acqua come alimento abbiamo la stessa valenza di aspetti che tutelano la potabilità