La nuova invasione dei prodotti low cost asiatici
Negli anni ad ondate abbiamo visto l’arrivo di impianti e componenti per il trattamento dell’acqua dall’oriente, per chi ricerca il prezzo più basso non ha che da scegliere. Anche se oggi una parte del mercato cinese si è evoluto con i prezzi cresciuti di parecchio (la qualità che sia fatta in Italia o in Cina costa) esistono ancora parecchie aziende di basso livello. I mercati emergenti sono come sempre aggressivi sul prezzo, è la loro arma. Dall’India, dal Vietnam, per fare un esempio arrivano sistemi a prezzi strabilianti. Addirittura alcune aziende Cinesi fanno delocalizazzione in questi paesi o comprano e rivendono.
Un fenomeno già vissuto, ma lo scenario è cambiato
Per chi opera nel settore da parecchi anni confrontarsi con prezzi e qualità bassi sicuramente non è una novità. Qualche volta ci siamo tolti qualche sassolino dalla scarpa, soprattutto verso la concorrenza sleale, ma nella stragrande maggioranza dei casi ci siamo adoperati per divulgare gli strumenti per riconoscere la qualità. Ad esempio il tema dei filtri in linea pericolosi etc…
Cosa è cambiato ?
Il mercato non è più lo stesso.
Ieri i prodotti per il trattamento al punto d’uso erano una novità, Internet era agli albori ed era abbastanza facile carpire la fiducia dell’ingnaro consumatore.
Oggi con una facile ricerca è possibile rapidamente risalire alla fonte e capire la provenienza e per gli adetti al settori la qualità del prodotto.
Ieri l’impianto normativo era confuso e con varie vie di fuga per i “furbetti”.
Oggi Le norme di riferimento sono molto più precise, chiariscono in maniera certa le resposabilità di tutta la filiera, dal produttore/importatore sino all’azienda incaricata della assistenza e manutenzione.
L’obbligo rendere esplicità l’orgine della merce, per i furbetti del settore è un tema dolente. Tante aziende continuano a far credere di essere i produttori E non sempre è così mentre banalmente comprano e rivendono
Le norme precise per i prodotti
Sul web, nei canali social appaiono in maniera martellante ditte che propongono sistemi di filtrazione o gruppi di frigogasatura di chiara importazione e dubbia qualità. Rimaniamo allibiti, quando appare la mendace rivendicazione di prodotto fatto in Italia o Europa. E’ obbligo dichiarare la provenienza della merce.
Rimaniamo allibiti quando sistemi di filtrazione o gruppi di raffreddamento, vengono proposti senza uno straccio di reale certificazione CE, senza nessun riferimento ai necessari certificati sulle parti a contatto con l’acqua destinata al consumo umano. Nessun riferimento alla norma sul trattamento al punto d’uso, sull’efficacia e la sicurezza dei dispositivi di trattamento (DM 25-2012).
Non è un caso che l’ultimo attacco di Codacons contro il mondo delle acqua potabile trattate abbia preso di mira aziende con prodotti di importazione.
Le responsabilità di chi importa e chi vende
Nel momento che la merce varca la frontiera della Comunità Europea, l’importatore diventa a a tutti gli effetti un produttore e risponde della qualità e delle norme a tutela della qualità. Ad esempio andare in Cina e comprare un osmosi a produzione diretta è abbastanza semplice, con i soldi in mano si aprono quasi tutte le porte (quelle del paradiso no). In dogana, conoscendo i porti migliori, o come aggirare i controlli, ad esempio indicano che non si tratta di impainti per acqua da bere, si riesce a sdoganare la merce. Per immetterli sul mercato è necessaria la validazione presso un laboratorio riconosciuto da Accredia, e qui viene il bello. E’ un lavoro complesso e i costi non sono banali. I più scaltri o temerari emettono dichiarazioni di conformità e sperano nell’assenza di controlli.
Un esempio per fare chiarezza, se importo un dispositvo marchiato CE in Europa, con tanto di analisi test e dichiarazionidi laboratori esteri, il CE è in carico all’amministratore dell’azienda che ha effetuato l’import. Se per malaugurata sorte ci fosse un serio problema, la responsabilità per le legge è di chi compra e importa l’impianto.
Pezzi di ricambio e assistenza
Il low cost spesso dimentica la parte fondamentale del post vendita, l’assistenza e i pezzi di ricambio, l’Italia oggi è un cimitero di prodotti importati per qualche mese e poi abbandonati
Puntare alla Qualità e rinunciare al prezzo più basso
La scelta non è se utilizzare prodotti importati o meno, ma se utilizzare prodotti di qualità o meno. Il mercato asiatico oggi produce in eccellenza in tanti settori.
Nel nostro campo ad esempio, da diversi anni importiamo bombole co2 in alluminio eccezionali, (non a caso è il produttore è lo stesso che fornisce Soda Stream). Hanno la certificazione TUV tedesca, il TPed la tracciabilità del lotto etc…
Conviene di gran lunga proporre un prodotto sicuramente non economico (oggi una bombola in ferro riciclata e riverniciata la si trova a 50/60 €) che trasmetta fiducia e serenità alla clientela.
Quando si inizia la guerra al prezzo più basso la discesa è rapida e senza fine, ci sarà sempre qualcuno che venderà a meno rivolgendosi a fornitori sempre più scarsi.
Oggi vi è opportunità importante, vista la guerra portata avanti dall’industria delle acqua confezionate per denigrare il trattamento al punto d’uso è smarcarsi dalla fanghiglia del low cost e bassa qualità per puntare ad essere visibili con la giusta qualità e il giusto servizio e il giusto prezzo.