Prefiltrazione negli impianti ad osmosi inversa, la corretta sequenza dei filtri

30 Settembre 2024

La prefiltrazione negli impianti ad osmosi inversa ha duplice scopo, proteggere le membrane dalla presenza dei composti a base di cloro e nello stesso tempo rendere l’acqua gradevole e sicura nel caso si utilizzi la valvola di miscelazione per correggere la conducibilità del permeato.

I composti a base di cloro, presenti nell’acqua come disinfettante sono aggressivi e tendono a seccare il film delle membrane, rendendole presto inutilizzabili. (non è un caso che ne processi di pulizia di un impianto non si devono utilizzare prodotti come l’acido ipocloroso, ). Il volume d’acqua trattato dalla prefiltrazione è decisamente superiore al volume d’acqua consumato al punto d’uso. il rapporto scarto e permeato è compreso generalmente tra 1:2 a 1; 3 e anche oltre, e quindi facile il calcolo del tra il consumato al punto d’uso e l’utilizzato reale.

GAC o CTO ? carbone granulare o carbon block ?

e’ una annosa questione che per molti poggia su aspetti filosofici legati ad una tradizione che rimanda indietro a scelte fatte nella notte dei tempi per questioni più commerciali che tecniche. (per dire che chi lo fa non sa il perchè)

Negli impianti a produzione diretta, ossia quelli senza accumulo è necessaria una grande portata, con una caduta di pressione minima. La pompa chiama acqua e la spinge nelle membrane, se manca acqua la pompa va in cavitazone, fa rumore e si rovina presto.

Il carbon block, se di qualità, ossia con porosità costante tende ad intasarsi presto (se non si intasa è per la sua scadente qualità) ed è quindi necessario proteggerlo con una pre filtrazione a sedimenti. Il rischio che polvere di carbone si stacchi dal filtro carbon block è minima (sempre che il filtro sia di qualità)

Il filtro a sedimenti va quindi posto prima !

Il filtro GAC non deve essere protetto in entrata, non ha una maglia fine e il suo compito principale è di rimuovere il cloro, non ha caduta di pressione e l’unico suo punto debole è il rilascio di polvere di carbone che non deve assolutamente andare sulle membrane, le intaserebbe. Ecco perchè nel caso di utilizzo di filtri GAC (granulated active carbon) il filtro a sedimenti deve essere posto dopo.

Il filtro a sedimenti va quindi posto dopo !

In questi ragionamenti partiamo sempre dal presupposto di filtri e impianti ad osmosi inversa di qualità, poi nel peggio c’è di tutto e le giustificazioni del peggio in alcuni casi sono ridicole, in altri casi sono fantasiose mentre alcune sono al limite della decenza.

Il carbon block non è adatto alla prefiltrazione negli impianti a produzione diretta

Mentre negli impianti con accumulo, non è necessaria una grande portata, perchè lentamente si riempe il vaso, nella produzione diretta dobbiamo concentrare gli sforzi per la massima portata, con una bassa caduta di pressione e una durata nel tempo. Piccoli filtri da 10-12 pollici con carbon block non possono rispondere a tutti questi requisiti, a meno che non scendano drasticamente di qualità, con filtrazioni più grossolane e materiale scadente. Purtroppo in parecchi paesi sono presenti etichette che non corrispondono al contenuto, filtri dichiarati 5 micron ma che nella realtà fanno passare anche gli elefanti.

La nostra scelta GAC di qualità, Sedimenti di qualità

I filtri GAC devono essere ben riempiti, avere una granulometria costante e posssedere caratteristiche batteriostatiche, ossia impedire lo sviluppo di flora batterica. IN12 CS con argento in forma ionica, rispondono decisamente a questi requisiti. Una grande portata, una efficacia e sicurezza nel tempo. I filtri a sedimenti sono l’estrema sentinella a garanzia delle membrane