Prefiltrazione negli impianti ad osmosi inversa, la corretta sequenza dei filtri
La prefiltrazione negli impianti ad osmosi inversa ha duplice scopo, proteggere le membrane dalla presenza dei composti a base di cloro e nello stesso tempo rendere l’acqua gradevole e sicura nel caso si utilizzi la valvola di miscelazione per correggere la conducibilità del permeato.
I composti a base di cloro, presenti nell’acqua come disinfettante sono aggressivi e tendono a seccare il film delle membrane, rendendole presto inutilizzabili. (non è un caso che ne processi di pulizia di un impianto non si devono utilizzare prodotti come l’acido ipocloroso, ). Il volume d’acqua trattato dalla prefiltrazione è decisamente superiore al volume d’acqua consumato al punto d’uso. il rapporto scarto e permeato è compreso generalmente tra 1:2 a 1; 3 e anche oltre, e quindi facile il calcolo del tra il consumato al punto d’uso e l’utilizzato reale.
GAC o CTO ? carbone granulare o carbon block ?
e’ una annosa questione che per molti poggia su aspetti filosofici legati ad una tradizione che rimanda indietro a scelte fatte nella notte dei tempi per questioni più commerciali che tecniche. (per dire che chi lo fa non sa il perchè)
Negli impianti a produzione diretta, ossia quelli senza accumulo è necessaria una grande portata, con una caduta di pressione minima. La pompa chiama acqua e la spinge nelle membrane, se manca acqua la pompa va in cavitazone, fa rumore e si rovina presto.
Il carbon block, se di qualità, ossia con porosità costante tende ad intasarsi presto (se non si intasa è per la sua scadente qualità) ed è quindi necessario proteggerlo con una pre filtrazione a sedimenti. Il rischio che polvere di carbone si stacchi dal filtro carbon block è minima (sempre che il filtro sia di qualità)
Il filtro a sedimenti va quindi posto prima !
Il filtro GAC non deve essere protetto in entrata, non ha una maglia fine e il suo compito principale è di rimuovere il cloro, non ha caduta di pressione e l’unico suo punto debole è il rilascio di polvere di carbone che non deve assolutamente andare sulle membrane, le intaserebbe. Ecco perchè nel caso di utilizzo di filtri GAC (granulated active carbon) il filtro a sedimenti deve essere posto dopo.
Il filtro a sedimenti va quindi posto dopo !
In questi ragionamenti partiamo sempre dal presupposto di filtri e impianti ad osmosi inversa di qualità, poi nel peggio c’è di tutto e le giustificazioni del peggio in alcuni casi sono ridicole, in altri casi sono fantasiose mentre alcune sono al limite della decenza.
Il carbon block non è adatto alla prefiltrazione negli impianti a produzione diretta
Mentre negli impianti con accumulo, non è necessaria una grande portata, perchè lentamente si riempe il vaso, nella produzione diretta dobbiamo concentrare gli sforzi per la massima portata, con una bassa caduta di pressione e una durata nel tempo. Piccoli filtri da 10-12 pollici con carbon block non possono rispondere a tutti questi requisiti, a meno che non scendano drasticamente di qualità, con filtrazioni più grossolane e materiale scadente. Purtroppo in parecchi paesi sono presenti etichette che non corrispondono al contenuto, filtri dichiarati 5 micron ma che nella realtà fanno passare anche gli elefanti.
La nostra scelta GAC di qualità, Sedimenti di qualità
I filtri GAC devono essere ben riempiti, avere una granulometria costante e posssedere caratteristiche batteriostatiche, ossia impedire lo sviluppo di flora batterica. IN12 CS con argento in forma ionica, rispondono decisamente a questi requisiti. Una grande portata, una efficacia e sicurezza nel tempo. I filtri a sedimenti sono l’estrema sentinella a garanzia delle membrane