Bonus fiscale, a che punto siamo
Dopo l’entusiasmo di inizio anno siamo a fine aprile e tutto si avvolge di una nebbia spessa e pesante.
Di certo rimane solo la Legge di Bilancio 2021 che prevedeva uno stanziamento di 5 milioni di € per il 2021 e altri 5 per l’anno successivo. Un massimale di 1.000 € ad impianto per il settore domestico (consumatori) e 5.000 € per il settore della ristorazione (vedi nostro precedente articolo).
La legge demanda ad un Decreto Attuativo la definizione dei requisiti e delle procedure per ottenere questi bonus. Il Ministero dell’Ambiente è incaricato della redazione, che aveva come termine 60 gg dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio.
Governo nuovo…
Al momento non c’è nessuna indicazione ufficiale, fonti giornalistiche paventano il blocco di tutti i finanziamenti per i vari Bonus presenti nella Legge di Bilancio (su queste indiscrezioni non sono emerse smentite ufficiali).
Il Ministero dell’Ambiente incaricato della redazione del decreto attuativo al momento è fermo e nulla è stato predisposto.
Non sappiamo se ci saranno o meno i fondi a copertura
Non sappiamo come la richiesta del bonus sarà vincolata a quali requisiti
Non sappiamo se ci dovrà essere una preventivo assenso da parte dell’ENEA
Non sappiamo come saranno erogati questi bonus fiscali: con un click day? Con una lista di merito?
Dire fesserie: un boomerang che torna indietro.
un’opportunità di confronto per le aziende serie
Le promesse dei politici, come sappiamo, hanno spesso poco valore.
Le promesse delle ditte avventuriere che millantano l’esistenza e la possibilità di utilizzo del bonus fiscale, fanno male al settore. Ma non tutto il male vien per nuocere, quando la concorrenza è scorretta è facile che la crusca si separi dalla farina, e per utilizzare un altro proverbio possiamo affermare una sacrosanta verità: la farina del diavolo va tutta in crusca.
Parlando fuor di metafora, assistiamo – come sempre nel nostro settore – allo scontro tra aziende serie e aziende avventuriere, ma chi ha la memoria lunga può tranquillamente affermare che di aziende “furbette” il nostro settore ne ha viste tante, senza che nessuna di esse facesse strada.
Al contrario possiamo affermare che di aziende sane e corrette ne abbiamo viste altrettante nel corso degli anni, e che quelle stesse siano ancor oggi in crescita.
Gestire un cliente ingannato in fin dei conti ha costi folli…