Carica batterica e acqua potabile, saper leggere le analisi
Acqua di rubinetto sterile è un,ipotesi ben lontana dalla realtà. Nell’acqua di rete, anche in presenza di cloro copertura, ossia dell’aggiunta di sostanze ossidanti (come ad esempio il biossido di cloro) non è cosa rara trovare valori positivi di carica batterica.
Il Gestore dell’acquedotto è responsabile della qualità dell’acqua sino al contatore principale. A valle di questo, la rete distributiva può peggiorare decisamente le caratteristiche dell’acqua. Ad esempio i serbatoi di accumulo tendono a far evaporare il cloro presente, aumentando i rischio di crescita microbica.
A maggior ragione il rischio sale quando con trattamenti per migliorare le caratteristiche organolettiche dell’acqua andiamo a rimuovere la cloro copertura. Non è un caso quindi che l’acqua potabile trattata abbia come nemico principale la carica batterica e la sua crescita, e non è un caso che i sistemi di trattamento dell’acqua potabile al punto d’uso utilizzino tecniche e prodotti per tenere sotto controllo questo rischio.
Le analisi periodiche sui parametri di potabilità, soprattutto per quelli microbiologici sono fonte di allarmi che devono essere ragionati.
Il rischio sanitario è sicuramente legato ai parametri di legge, ma non in maniera così diretta come spesso si è portati a pensare.
Cosa dice la normativa
Il DM 1787 del 2017 modifica in maniera sostanziale l’allegato II e III del DL 31/2001, definendo i parametri e le frequenze di controllo, in merito abbiamo già scritto in precedenza. Notiamo che le strutture di preposte al controllo e alla vigilanza sanitaria continuano ad utilizzare i parametri del vecchio allegato II senza avere recepito il DM 1787, e ancora peggio in alcuni casi, utilizzano i parametri delle acqua confezionate….
In questo breve articolo ci preme ragionare sui parametri di controllo obbligatori, secondo la normativa attuale, anche se a livello internazionale e OMS ci saranno nel prossimo futuro importanti cambiamenti.
Il DM 191 del 2017 che recepisce la direttiva UE 1787 del 2015 come tutto l’impianto normativo nasce per garantire un’acqua destinata al consumo umano senza rischi sanitari. Spesso gli addetti al settore del trattamento acqua non colgono la grande apertura a cui è costretta la normativa dovendo comprendere tutto il sistema acquedottistico e quindi leggono le analisi ad esempio di un erogatore installato in un ristorante alla stregua di un impianto di distribuzione cittadino.
Il controllo delle colonie batteriche a 22 °C ha scarso valore di rischio sanitario, ma serve a valutare la pulizia e l’efficacia del sistema di trattamento e distribuzione nella rete acquedottistica. La presenza della carica batterica a 22°C per il settore del trattamento al punto d’uso, domestico o pubblico (bar ristoranti, mense) è indice di sistemi d trattamenti con scarsa efficacia e della presenza di zone in cui l’acqua è soggetto a ristagno. La norma per il controllo del parametro della conta delle colonie a 22 °C non indica un valore di riferimento, dice semplicemente che non ci devono essere variazioni anomali. Quando appare un valore diverso da zero, non è il caso di allarmarsi. L’acqua potrebbe essere del tutto potabile senza rischio sanitario alcuno.
Il giudizio di potabilità lo emette sempre l’autorità di vigilanza preposta, e deve essere ragionato
Carica batterica a 22 °C in assenza di cloro copertura non è per nulla anomala. Ha senso verificare i valori, prima e dopo il trattamento, e stabilire azioni correttive se necessario. Per spiegarci meglio, nell’acqua senza cloro, è del tutto normale che nell’acqua si sviluppi carica batterica, quindi se durante i controlli il valore non è zero, non ci deve essere allarme perchè non c’è rischio sanitario. Ovvio che se i valori sono elevati con ordine di grandezza superiori a log 2 bisogna iniziare ad indagare in maniera più approfondita.
La carica batterica a 37°C non è più richiesta nelle analisi di routine, anzi non lo è mai stato per le acque potabili, ma solo per le acqua confezionate. Il DM 1787 non la contempla. Il suo significato, anche in questo caso non presenta un rischio sanitario diretto, ma è indice di un precoce deterioramento della qualità dell’acqua. Questo il motivo per il quale era indicato come obbligatorio per le acque imbottigliate.
La presenza di Batteri coliformi sono un campanello di allarme ben più forte delle cariche batteriche aspecifiche. Per il gestore dell’acquedotto significa inadeguatezza del trattamento, formazione di bio-film e soprattutto la contaminazione con il mondo esterno. Nel nostro caso, ossia dei sistemi di trattamento al punto d’uso, la presenza di Batteri Coliformi è da imputare principalmente a fenomeni di retro contaminazione oppure di scarsa manutenzione e formazione di bio film nelle tubazioni non rimosso nelle pulizie associate ai cambi filtri. Per inciso segnaliamo i nostri sistemi UV LED per la protezione contro la retro contaminazione.
Anche l’Escherichia Coli fa parte della grande famiglia dei batteri coliformi, è indice di contaminazione fecale recente e presenta un rischio sanitario diretto. Patologie anche gravi per la parte intestinale . L’Escherichia Coli è anche causa diretta di dissenteria e infiammazione alle vie urinarie. Non solo, la presenza di questo parametro è indice di una possibile contaminazione ben più vasta, ad esempio la presenza di Enterovirus, molto pericolosi per la salute umana.
Nel caso di analisi dell’acqua potabile trattata con valori patogeni positivi, deve essere posta particolare attenzione per individuare le cause della contaminazione. Non basta una semplice azione di sanificazione e pulizia, è necessario risalire alle cause. Il controllo non può limitarsi al solo punto di erogazione, le indagini devono essere poste nel sistema nel suo complesso a cominciare dall’acqua in ingresso nel sistema di filtrazione.
Altri parametri non previsti espressamente nel DM 1787 possono essere richiesti oppure sarebbe utile cercarli in funzione della valutazione del rischio. Nei prossimi aggiornamenti forniremo indicazioni e valutazione su altri parametri, non obbligatori ma non per questo considerati meno importanti.