Il diritto di recesso per gli impianti di trattamento acqua, osmosi, erogatori, etc…
Il diritto di recesso per il consumatore nel caso di acquisto di impianti di trattamento dell’acqua potabile (chiamati spesso in maniera errata depuratori), siano essi impianti ad osmosi inversa, microfiltrazione, erogatori di acqua fredda e frizzante, si esplica seguendo la Normativa Italiana che recepisce le direttive Europee.
Il diritto di recesso è disciplinato principalmente in funzione del modello e modalità di vendita, senza considerare la natura intrinseca dell’oggetto.
La Direttiva Europea 83 del 2001 ha imposto allo Stato Italiano la modifica del Codice al Consumo, da qui la Legge 205 del 2006. Il DL 31 del febbraio 2014 ha prodotto una serie di modifiche sugli articoli 45-67 del Codice al Consumo che che disciplinano le garanzie in fatto di comunicazione per il professionista e recesso per il consumatore per i beni o servizi oggetto di contratti di fornitura.
Il consumatore non può essere costretto a pagare per servizi non resi per scelta unilaterale, anche se precedentemente concordati, come previsto nel codice civile.
Vi è un’importante distinzione tra i contratti stipulati presso un locale commerciale e quelli a domicilio o a distanza (telefono o internet).
Gli articoli 49 e 50 del Codice al Consumo modificati dal DL21 riguardano la definizione dei requisiti per la stipulazione di un contratto fuori dai locali commerciali.
Sicuramente interessanti da questo punto di vista i punti dell’articolo 49 che richiedono di definire nel contratto in maniera chiara gli eventuali costi di un diritto di recesso in particolari condizioni.
Articolo 52: diritto di recesso.
Per l’acquisto di beni il termine per esercitare il diritto di recesso è di 14 gg dal ricevimento e possesso dell’oggetto acquistato. Nel caso specifico – ad esempio della stipula di un contratto per l’acquisto di un impianto di trattamento acqua (es.: impianto ad osmosi inversa) – il possesso differisce dalla proprietà e quindi il possesso si intende dal momento dell’installazione e messa in funzione.
La ratio della Legge è quella di permettere al consumatore di valutare il bene acquistato, se vi è consegna senza installazione è evidente che il consumatore non può verificare la rsipondenza alle sue aspettative.
Articolo 53: mancato adempimento dell’obbligo di comunicazione del diritto di recesso
L’assenza di una chiara e precisa informazione al consumatore sul suo diritto di recesso in fase contrattuale allunga il diritto sino a 12 mesi dall’acquisto del bene, o comunque dopo 14 gg da quando l’utente è stato adeguatamente informato sul diritto di recesso.
Articolo 54: esercizio del diritto di recesso
Il consumatore informa entro i 14 gg il professionista, “senza dover fornire alcuna motivazione”, l’onere della prova di aver esercitato il diritto di recesso entro i termini stabiliti spetta al consumatore.
Per la comunicazione del diritto di recesso vi è un modulo disponibile come allegato al DL21
Articolo 56: obblighi del professionista nel caso di recesso
eventuali somme anticipate devono essere restituite entro 14 gg dalla comunicazione del recesso, o comunque dalla restituzione da parte del consumatore dei beni oggetto del recesso. Questo se l’onere della restituzione spetta al consumatore, nel caso deve essere indicato nel contratto.
Qualora si trattase di un impianto che il consumatore non è in grado di disinstallare e restituire in autonomia (si pensi ad un impianto ad osmosi inversa), va indicato nel contratto specificando i costi – ragionevoli- dell’operazione di rimozione. Se nulla è indicato il costo è pari a zero; inoltre, nel caso in cui non sia possibile spedire il bene a mezzo posta, vi è l’obbligo di ritiro a domicilio a costo zero da parte del professionista.
Articolo 57: Obblighi del consumatore
Il punto 2 del presente articolo è fondamentale per chi opera nel campo del trattamento acqua con sistemi di filtrazione, siano essi osmosi inversa, multrifiltrazione o erogatori d’acqua.
Il presente sancisce in maniera chiara che il consumatore deve farsi onere dalla “diminuzione del valore del bene risultante dalla manipolazione diversa da quella necessaria per stabilire la natura, le caratteristiche e il funzionamento del bene”.
E’ fondamentale che in fase di vendita siano ben chiari i termini del recesso, indicando costi accessori eventuali per la deinstallazione, che il cliente sottoscrive al momento della stipula del contratto. Il valore indicato per i costi di disinstallazione e di ripristino dell’impianto devono essere reali e non possono avere la funzione di deterrente alla decisione.
Nel caso l’impianto sia stato fornito in maniera gratuita con l’obbligo di manutenzione decennale NON è possibile chiedere un costo di ripristino del sistema di filtrazione, in quanto l’oggetto in partenza aveva valore nullo.
Articolo 58: decadenza dei contratti accessori
Il recesso risolve i contratti accessori, ad esempio finanziamento connesso senza oneri per il consumatore.
Articolo 59: Eccezioni al diritto di recesso
Il punto C stabilisce che beni personalizzati non possono essere oggetto del diritto di recesso. Ad esempio, nel nostro caso, se viene richiesta una particolare colorazione dei rubinetti da installare sul lavello.
Il punto E stabilisce che non possono essere oggetto del diritto di recesso “beni sigillati che non si prestano ad essere restituiti per motivi igienici o connessi alla protezione della salute della persona e sono stati aperti dopo la consegna”.
Si tratta di un punto molto importante, che chiarisce che eventali componenti utilizzati nel trattamento acqua non possono essere oggetto del diritto di recesso, ad esempio un filtro Everpure, una volta installato, ossia tolta la sua protezione e messo in funzione, non può essere restituito.