Quando l’acqua viene dichiarata potabile, opportunità e rischi
La responsabilità civile e penale della qualità dell’acqua erogata in un comune ricade sempre sul sindaco, che su segnalazione dell’ente gestore o delle autorità di vigilanza e controllo può attraverso lo strumento delle ordinanza vietarne l’utilizzo ai fini potabili.
In casi estremi l’ordinanza può arrivare al divieto totale di utilizzo.
Il concetto di potabilità
Il concetto di potabilità è associato al rischio sanitario che può essere chimico o biologico. Il rischio è una valutazione in funzione dei parametri di potabilità stabiliti dal DL 31/2001 ma non solo.
Esistono inquinanti emergenti che pure non sono normati presentano comunque un rischio per la salute umana. Il caso eclatante sono i PFAS. Sostanze nocive non contemplate nei parametri di controllo della vecchia Direttiva Europea 83/98 recepita dal DL sopramenzionato. (Nella nuova direttiva 2084, non ancora recepita sono invece previsti).
Il fatto puntuale di uno sforamento di un parametro sia chimico o microbiologico non implica immediatamente il rischio sanitario. E’ la sua valutazione da dare indicazione se presente o men un rischio sanitario. Per valutazione significa pesare il valore e la sua durata nel tempo, ossia se le azioni correttive possono essere tali da evitare rischi sanitari.
Quindi quando il Sindaco tramite ordinanza definisce non potabile l’acqua di rete, esiste un rischio concreto per la salute delle persone e si deve non prendere sottogamba la questione.
Il mondo del trattamento acqua di fronte alle ordinanza dei divieto di utilizzo ai fini potabili dell’acqua di rete
E chiaro e naturale che il normale cittadino presti più attenzione al mondo dei depuratori domestici in caso di “crisi” idrica. Domande legittime si pongono e sviluppano di fonte alla mancanza di un bene essenziale.
L’acqua di rete è sicura? Certamente sì, e proprio l’ordinanza di divieto ne è la dimostrazione.
Nello stesso tempo si pone a seguire la seconda domanda legittima: ma se utilizzo un “depuratore” posso bere comunque l’acqua dichiarar non potabile dal Sindaco? La risposta in questo caso è meno affermativa e si merita il classico dipende.
Da un punto di vista tecnico e in via teorica in alcuni casi si può superare il problema. Ad esempio se presente una carica batterica di un determinato patogeno esistono sistemi a membrana cava, con debatterizzatori UV C o altro ancora che possono rendere l’acqua microbiologicamente pura.
Se uno dispone già di un sistema di trattamento domestico è lecita la domanda se può comunque continuare a bere, o in altri casi è portato ad interessarsi all’acquisto.
Purtroppo buona parte se non la stragrande maggioranza degli impianti domestici sono stati progettati per operare su acqua già potabile con dei limiti di inquinamento chimico e biologico ben definiti. L’ impiego di acqua “sconosciuta” è del tutto arbitrario. Ogni caso andrebbe analizzato e valutato come caso a se.
Un paio di esempi per meglio chiarire il concetto:
Il Sindaco dispone il divieto di utilizzo dell’acqua a fini potabile per la presenza di Trialometani in concentrazione superiore alla norma. I carboni attivi hanno una capacità nel rimuoverli, ma la loro efficacia è data per una determinata concentrazione, con una portata d’acqua stabilita. Non è detto che il filtro riesca a trattenere una quantità sufficiente, e che nello stesso tempo il filtro non saturi la sua capacità filtrante in un tempo più ristretto.
Il filtro funziona, ma non sappiamo se in maniera sufficiente e per quanto tempo. Se si supera la capacità filtrante c’è il rischio di rilascio con concentrazioni massicce
Stesso discorso per quanto riguarda l’inquinamento microbiologico, ma qui è più insidioso in quanto la rimozione di un gruppo di batteri non significa la rimozione dei potenziali Virus ad esso associati. L’analisi della carica batterica non solo indica la presenza del batterio specifico, ma è un campanello d’allarme che evidenzia un inquinamento microbiologico più ampio.
In estrema sintesi: I depuratori domestici che lavorano su acqua non potabile hanno un funzione positiva ma NON misurabile e quindi non possono essere utilizzati senza un monitoraggio ampio e continuo.
I rischi civile e penali connessi all’utilizzo di depuratori domestici su acqua dichiarata non potabile
Dare indicazione di utilizzo o di acquisto di un impianto per un acqua dichiarata non potabile significa assumersi la RESPOSABILITA’ dell’acqua erogata con tutte le conseguenze del caso.
Se i parametri dell’acqua erogata superano i valori legge la sanzione civile pesante ( sia parte dal 10.000 e passa euro fino ai 60.000) se ci sono complicanze legate alla salute delle persone si lascia il civile per entrare nel penale.
Ossia il gioco non ne vale la candela.
Nel caso comunque si intende procedere, ricordiamo che lo smaltimento delle parti di consumo deve essere fatto con analisi preventiva del rifiuto per definire con esattezza il codice CER e la gestione del rifiuto speciale o pericoloso.