Precisazioni su formazione di Biofilm e raccordi rapidi

19 Gennaio 2023

Alcune doverose precisazioni su video che circolano in rete sul tema dei raccordi rapidi e della carica batterica sono dovute

Ognuno è libero di portare acqua al suo mulino e di rivendicare scelte costruttive più o meno valide, dirlo e affermarlo nella maniera corretta è la strada migliore per non ingenerare falsi e ingiustificati allarmi.

Il biofilm altro non è che un aggregato di microrganismi adesi ad una superficie di natura biologica o abiotica a contatto con acqua, protetti da una matrice polimerica extracellulare autoprodotta.

In un primo momento i batteri aderiscono alla superficie in forma reversibile attraverso interazioni deboli (es. Forze di Van der Walls). Successivamente il legame diventa irreversibile grazie alla sintesi di strutture di ancoraggio più solide che garantiscono la formazione di vere e proprie microcolonie. Il biofilm matura quando le microcolonie si fondono, viene sintetizzata e prodotta la matrice extracellulare, si creano interstizi e canali d’acqua che permettono un flusso costante di nutrienti ed ossigeno ai microrganismi

La presenza di biofilm è un elemento di rischio per la salubrità dell’acqua destinata al consumo umano, perché al suo interno trovano facile terreno di sviluppo batteri anche patogeni. Il biofilm svolge una azione protettrice contro l’azione dei disinfettanti ed è bene rimuoverlo.

I raccordi rapidi NON sono la causa della formazione di biofilm

Affermare che i raccordi rapidi siano la causa della formazione del bio film per la presenza di “zone di morta” non risponde alla verità e denota una scarsa conoscenza del tema. Il biofilm si forma in maniera omogenea dove sono presenti microrganismi e colonie batteriche, nelle acque fluenti cosi come nelle “zone di morta” (effetto tasca ?) ossia nelle zone dove l’acqua ristagna. Dire poi che il biofilm genera carica batterica è una autentica fasseria, è vero l’opposto

Se prendiamo un tubo in cui abitualmente scorre acqua, in assenza di clorocopertura, ossia in assenza di un disinfettate con azione residua come ad esempio prodotti a base di cloro, è assai facile che nel tempo si formi una strato di biofilm sulla superficie interna.

Il problema delle zone di morta non è l’eventuale formazione del biofilm, ma  la difficoltà della sua rimozione

Arrivare con un prodotto solvente e disinfettate nelle zone dove abitualmente non circola l’acqua è difficile se non, a volte, impossibile.  Nei raccordi rapidi a calzamento vere e proprie zone di morta non ne esistono. Vicino agli O Ring scorre meno, ma scorre. E’ sicuramente un punto di rischio che deve essere tenuto sotto controllo.  Oltre ai raccordi rapidi una maggiore attenzione deve essere posta alla presenza effettiva di zone di morta, come ad esempio le elettrovalvole servocomandate,  li effettivamente, nella parte superiore  il sanificante non circola.

Le elettrovalvole servocomandate, poste vicino al punto di erogazione, sono sicuramente un elemento di rischio. Non a caso parecchi costruttori hanno scelto di utilizzare elettrovalvole ad azionamento diretto proprio per ridurre questo elemento  di rischio.

Va da se, i raccordi rapidi sono utilizzati da Giganti Mondiali che producono erogatori d’acqua e ad oggi non si sono mai posto il problema dei raccordi rapidi …. sempre nell’ottica della modestia….

Una storia che si ripete

In maniera ricorrente negli anni capita di leggere di soluzioni miracolose capaci di eliminare la carica batterica dall’acqua destinata al consumo umano.  Un tema presente da millenni e conosciuto scientificamente da almeno duecento anni. Se fosse cosi semplice l’azione di contrasto ad un problema di cosi complesso, ci sarebbe da fare un monumento … alla modestia….  di chi parla senza conoscere.

Per citare alcuni esempi di Nobel della modestia e ignoranza, ricordiamo i tubi miracolosi in materiale antibatterico, come  rame e altre leghe, o in materiale plastico caricate con ioni metallici capaci di impedire la duplicazione del DNA.  Il ciclo di vita di queste trovate miracolose si esauriscono con la fine dell’effetto di marketing.

Come affrontare seriamente il tema della carica batterica negli erogatori d’acqua

Il contrasto al rischio di sviluppo di carica batterica è cosa seria, l’approccio è complesso e deve agire contemporaneamente su diversi fronti.

Progettazione e conoscenza dei punti di rischio, utilizzo di componenti e materiali che agevolino le operazioni di sanificazione periodica

Formazione dei tecnici installatori e manutentori

Utilizzo di sistemi filtrazione che fungano da barriera meccanica, fisica e chimica a fenomeni di ricrescita microbiologica

Conduzione degli impianti corretta, ad esempio pulire e sterilizzare i punti di erogazione giornalmente

Cicli di sanificazione corretti:  Le case produttrici di impianti devono indicare la corretta prassi si manutenzione, la frequenza delle sanitizzazioni, il prodotto da utilizzare, la sua concentrazione, il tempo  di contatto e il ciclo di lavaggio per rimuovere il prodotto disinfettate.