Acqua destinata al consumo umano e rischio Legionella
Di questi mesi estivi la notizia di numerosi casi di Legionella nel nord Italia. In alcuni casi, in provincia di Brescia e Mantova l’origine va ricercata nelle torri di raffreddamento che spargono aria mista vapore contaminati nell’ambiente, in provincia di Milano l’origine non è certa diverse sono le ipotesi fatte tra cui la rete idrica.
L’infezione polmonare dovuta alla Legionella presenta tassi di mortalità molto elevati, è un tema che non deve essere assolutamente preso sottogamba.
La Legionella fu individuata negli anni ’70 quando ad una riunione dell’American Legion vi fu un epridemia di Legionellosi che contagiò oltre 200 partecipanti con oltre 30 morti.
La Legionella presenta i suoi elevati rischi per l’infezione delle vie aeree, ossia dei polmoni, mentre non presenta rischi per l’ingestione.
Il grande rischio di infezione avviene attraverso la respirazione, ossia inalare aria ricca di batteri. Quindi nei casi in cui si nebulizza l’acqua e questa è contaminata, vi è il rischio di contrarre l’infezione inalando acqua contaminata.
L’acqua è un ottimo incubatore dei batteri della Legionella, soprattutto quando l’acqua è tiepida, ossia ha una temperatura compresa tra i 25 e 42°C. Oltre i 55°C la legionella non riesce a sopravvivere. Non è un caso quindi che tutti i sistemi di accumulo di acqua calda prevedano secondo le norme UNI 9i82 un temperatura di stoccaggio superiore ai 55°C.
In ambito domestico, per le reti distributive collegate alla rete idrica senza accumuli, il rischio di sviluppo di colonie di Legionella è praticamente nullo. Qualche attenzione maggiore va posta dove sono presenti serbatoi soprattutto se esposti a fonti di calore, oppure dove vi è accumulo di acqua calda come ad esempio negli impianti che utilizzano acqua sanitaria proveniente dal solare termico.
Molto interessanti sono le linee guida sulla prevenzione della legionellosi prodotte dal Ministero della Salute
Debellare le Legionella da un rete distributiva contaminata non è cosa semplice, occorrono trattamenti shock con prodotti specifici. Ad oggi non esiste un obbligo di legge per la sanificazione periodica degli impianti nel settore pubblico, ma è fortemente consigliato che alberghi, mense, strutture ricettive tengano sotto controllo il possibile rischio di legionellosi.
I sistemi di trattamento domestici sino a che punto sono efficaci?
Premesso che il rischio non è associato all’acqua da bere, ma alla nebulizzazione di acqua contaminata, I problema principale non è rappresentato dal rubinetto di cucina, ma dalla doccia dove l’atmosfera ricca di vapore acque e di goccioline in sospensione può essere il vettore di contaminazione se l’acqua contiene i batteri della Legionella.
A seguire alcune indicazioni di massima non tanto per gli impianti sotto lavello, ma quelli centralizzati.
I filtri basati sui carboni attivi non hanno nessuna funzione nel rimuovere la Legionella, anzi, se non sono argentizzati o non prevedano sistemi battericidi possono favorirne lo sviluppo dei batteri avendo rimosso il cloro.
I Debatterizzatori a Raggi UV rappresentano uno strumento efficace per distruggere l’eventuale presenza di batteri tra cui la Legionella. La dose di radiazioni necessaria alla distruzione della legionella è assai bassa, circa 3000 microwatt cm2 al secondo. I debatterizzatori domestici da 30 o 55 Watt garantiscono tranquillamente per 15 e 30 litri al minuto, più che sufficienti per un appartamento o una villetta.
Gli impianti ad osmosi sono una valida garanzia, contro il rischio batterico, ma l’utilizzo in forma centalizzata sulla rete dell’appartamento può portare problemi di corrosione non banali, soprattutto se la rete è in metallo.
Non esistono soluzioni fai da te, qualora si presentasse il rischio si consiglia di rivolgersi ad aziende specializzate nel settore, ad esempio Aquasoft che opera da diversi decenni nel settore specifico.
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